Tiziana Cordani lascia dopo 18 anni l'incarico di conservatore dei Beni Artistici della Fondazione Città di Cremona, un periodo che ha rappresentato una parte importante della sua vita professionale consentendo il recupero e la valorizzazione delle opere pervenute nei secoli ai vari enti caritatevoli confluiti nelle Ipab Riunite e poi nella nuova istituzione voluta dal Comune nell'ambito del riordino dei servizi alla persona.
Protagonista e testimone di un periodo d'oro per l'arte cremonese grazie alla cerchia di artisti che visitavano lo studio del padre, Sereno, la storica dell'arte si commiata dalla Fondazione - alla quale resta comunque molto legata - per problemi famigliari e di salute, e lo fa con un gesto importante, la donazione di due opere della sua collezione privata: una realizzata dal padre alla fine degli anni'50, totalmente inedita; e un dipinto di Angelo Bertolini, una delle personalità artistiche che più ha contributo a far conoscere e apprezzare nella sua lunga attività di storica dell'arte e organizzatrice di mostre.
La donazione sarà il momento culminante della giornata di sabato 5 ottobre, a partire dalle 11, presso la residenza Torriani, a due passi dal Duomo, nell'ambito delle celebrazioni per il ventennale di Fondazione Città di Cremona. Le opere, insieme ad altre di proprietà dell'ente, rimarranno poi in esposizione per i giorni successivi.
"Quando ho accettato l'incarico dall'allora presidente Umberto Lonardi - spiega Cordani - una collezione non esisteva proprio. E' stata creata e voluta partendo dalla ricerca materiale e dal ritrovamento di una parte dei beni artistici che appartenevano agli enti confluiti in Fondazione nel 2004, quindi due anni prima che io cominciassi quel tipo di collaborazione culturale. In effetti, con il presidente Lonardi condividevamo la visione dell'arte come un mezzo per scaldare le coscienze e tenerle vigili, ancorate a quei valori e a quelle radici culturali, etiche e sociali che costituiscono il tessuto di una comunità.
E quindi, visto che la Fondazione si occupa del benessere di questa comunità e dei suoi figli più disagiati, è ovvio che anche l'arte può dare una mano. Sarà anche una goccia nell'oceano, però è sempre una goccia e sulle gocce il sole brilla e quindi si mostra. Bisognava comunque organizzare delle iniziative che avessero un costo zero, un impatto emotivo, emozionale sulle persone e nello stesso tempo valorizzassero il territorio, la sua cultura e le presenze importanti nella storia cittadina. Abbiamo anche ampliato il raggio d'azione oltre la città di Cremona, guardando al territorio provinciale; ho accolto nella collezione nomi provenienti da Crema e da Casalmaggiore e altre località della provincia".
All'inizio si è trattato quindi di recuperare le opere dai vari enti che ancora avevano una sede, ad esempio Cremona Solidale. "Abbiamo fatto scoperte interessanti, volevo arrivare anche a quelle che erano piccole realtà. Abbiamo recuperato due grandi quadri dal Premio Cremona che erano abbandonati all'ex Soldi in condizioni precarie e che abbiamo portato nella sede della Fondazione. Ora sono custodite nell'ufficio di presidenza e nell'atrio aperto al pubblico, sono opere di grande importanza".
Spesso Tiziana parla al plurale quando si riferisce al lavoro in Fondazione, quasi fosse difficile tagliare il cordone ombelicale: "Quello che provo è un forte affetto per questo istituto e per le persone che ci lavorano e questo è anche il motivo che mi ha condotto a dilazionare, a centellinare l'addio. Da tre anni ero pronta a lasciare l'incarico, mi sono decisa quando la situazione familiare purtroppo, per cause di forza maggiore, è diventata più delicata. E servono invece forza ed energia per alimentare continuamente il rapporto della Fondazione con la città attraverso l'arte. Certo, ci sono anche altri strumenti, la musica per esempio, un altro dei nostri grandi patrimoni, e infatti Fondazione appoggia alcuni istituti musicali.
Ma la Fondazione in questi anni ha saputo alimentare il suo rapporto con la città in molti altri modi, ad esempio mettendo a disposizione spazi di accoglienza, come quello aperto al pubblico in Via Torriani che dimostra come si voglia offrire ai cremonesi una possibilità in più per incontrarsi: per una conferenza, una lettura, un momento musicale o una esposizione d'arte, perché questo spazio diventi proprietà morale della città".
La donazione delle opere che Cordani presenterà sabato è un gesto spontaneo, non dettato da nessun rituale, che viene dal cuore: "Mi ritiro lasciando un segno che è anche un simbolo, perché la ragione di questa donazione è duplice. Da una parte si tratta di onorare due artisti della seconda metà del Novecento che io ho frequentato anche familiarmente, per motivi di appartenenza (il padre Sereno) e di amicizia (Bertolini).
Voglio onorare le loro memorie, mio padre è mancato 39 anni fa, Bertolini a febbraio di quest'anno, come del resto Giorgio Mori, altra perdita che costituisce una ferita profonda nella cultura artistica cremonese. Il dovere di chi rimane è quello di serbare e portare avanti il più possibile nel tempo la memoria delle persone e nel caso di due artisti importanti la memoria è affidata alle loro opere.
Di mio padre ho scelto un'opera giovanile (giovanile nella vita d'artista intendo) che segna il distacco dalla tradizione cremonese, un "assemblaggio materico" del tutto inedito. Nel caso di Bertolini ho scelto un'opera che lui mi aveva dedicato ed è stata fonte di ispirazione per una serie di opere successive. E' legata a uno dei suoi temi prediletti, la spiritualità e il mondo delle emozioni e degli affetti. Si tratta di un disegno su tavola in matita e pastello che manifesta in maniera visibile la persistenza dell'affetto oltre la morte e oltre il buio. La memoria che si prolunga nel tempo, al di là della presenza fisica delle persone, delle perdite, al di là di tutto".
L'opera di Sereno Cordani è firmata e datata 1958, momento di svincolo da quella che era la tradizione cremonese e di rottura definitiva degli schemi, approcciandosi all'arte povera. In questo Cordani fu un antesignano rispetto al contesto artistico nazionale. Sarà presentata in maniera un po' teatrale e contiene elementi della famiglia e quindi anche oggetti appartenuti all'infanzia di Tiziana: "Ho voluto lasciare qualcosa che in un certo senso potesse appartenere a tutti, ma che rappresentasse anche me", ci confessa.
Lei continuerà ad organizzare mostre, la prossima a Net4Market, lo studio professionale che ha sede in palazzo Fodri, un altro degli immobili della Fondazione messo a disposizione della comunità. Sarà dedicata proprio ad Angelo Bertolini e sarà anche l'occasione per presentare la prima biografia ufficiale dell'artista. "Smettere di lavorare per l'arte? Quello non potrei, sarebbe come se mi dovessero strappare gli organi vitali, cioè per me questo è fondamentale. Però amo molto anche scrivere, adesso mi appassiono molto alla narrativa perché ho una prospettiva della vita, un'esperienza. Ho cominciato con un libricino di racconti e sono andata avanti. Adesso ne ho altri cinque o sei che potrei pubblicare...."