Spinadesco, le nuove attività del Mago di Oz a cascina Stradiotti
Nuove attività a cascina Stradiotti, proprietà di Fondazione Città di Cremona a Spinadesco, sede per il recupero di persone con dipendenze da alcol e droghe. Dal 2018 i servizi sono in capo alla cooperativa Il Mago di Oz, che gestisce centro di pronta accoglienza e centro diurno semiresidenziale, accreditata anche per il trattamento del gioco d'azzardo patologico.
"La situazione che abbiamo trovato quando siamo arrivati", afferma il vicepresidente della cooperativa Giacomo Lazzari - era di una estrema trascuratezza degli ambienti, a causa delle difficoltà economiche del precedente gestore. Abbiamo puntato molto sul recupero degli spazi perchè riteniamo che quanto più un contesto è bello e piacevole, tanto più una persona avrà chiaro il concetto di cura di se stesso, in modo tale da poter essere reinserita in un contesto socio lavorativo il più adeguato possibile alle sue potenzialità".
E così oggi, dietro a quella che era la stalla, poi utilizzata come laboratorio di falegnameria nella precedente esperienza della cooperativa Fuxia, sono stati realizzati un paddock e recinti per animali ed è stato ristrutturato il silos, fulcro del progetto ergoterapeutico che vede nella cura degli animali - attualmente tre asini e cinque ovini - un passo verso il rientro degli utenti nella comunità sociale.
"Ora tutti gli spazi della cascina vengono sfruttati bene", aggiunge il responsabile della struttura di Spinadesco, Marco Lanzi. Il silos era in condizioni pericolose, adesso è diventato luogo di ricovero per gli animali; dove c'è il paddock c'era la vasca del letame che era franata, certamente un luogo non bello da vedere. La possibilità di far vivere in un contesto bello i nostri utenti, che di bello hanno poco nelle loro vite, è un concetto di cura che ci piace".
Negli ultimi giorni il cancello di via Roma, si è aperto per la prima volta da dopo lo scoppio della pandemia per una visita dei bambini della scuola d'infanzia del paese che hanno potuto accarezzare asine, pecore e caprette, un primo passo di apertura al territorio nell'ottica di far diminuire lo stigma sociale verso le persone affette da dipendenza.
"Siamo finalmente riusciti a mostrare gli esiti del nostro progetto, che avevamo pensato fin dal 2019 e che la pandemia ha rallentato, aprendo questo luogo per valorizzare le risorse dei nostri ospiti, le loro competenze e abilità", afferma Lanzi.
Il progetto con gli animali rappresenta un ulteriore tassello di una filiera di servizi della coopertiva che comprende uno SMI (Servizi multidisciplinari integrati) accreditato dalla Regione per la diagnosi e cura delle dipendenze, ambulatori e comunità, sempre sul bresciano.
"Il concetto di fondo dei nostri progetti - aggiunge Lazzari - è che per iniziare ad avere cura di sé bisogna aver cura anche dell'ambiente in cui si vive. Riuscire a far comprendere questa cosa alle persone inserite nei due servizi che gestiamo qui a Spinadesco porta ad avere rispetto del proprio corpo per quanto riguarda l'utilizzo delle sostanze, e al tempo stesso al rispetto della legalità, fino a farsi parte attiva nella società".
Il secondo progetto avviato, utilizzando il campo adiacente alla cascina, si chiama "Effetto serra" e consiste nella coltivazione di piccoli frutti, inizialmente fragole e ortaggi. L'obiettivo è l'autoconsumo, ma anche avviare un'attività di trasformazione per la quale sono stati presi contatti con un'azienda di marmellate e lavorazione ortaggi.
Il programma di recupero delle strutture non finisce qui: la cooperativa intende attivarsi presso la proprietà di cascina Stradiotti per recuperare anche il fabbricato lungo via Roma, a fianco dell'ingresso, in modo da trasferirvi magazzino e attrezzature, liberando così tutto il porticato della stalla, per poterlo utilizzare per le attività sociali e ricreative, con una sempre maggiore apertura al mondo esterno.