PREMIO BARBIERI 2020/ 5 FOCR E AUSER, VOLONTARI NON PER CASO
La Focr - Federazione oratori cremonesi - è stata una delle realtà importanti nella gestione degli aiuti durante l'emergenza Covid19. Lo ha fatto attraverso il suo rappresentante, don Paolo Arienti, che ha tenuto le fila tra le richieste della rete CremonaAiuta e i giovani degli oratori, molti dei quali già abituati al volontariato sociale. Come Laura Damiani, che insieme all'amica Ivana Xhani condivide l'impegno e anche altre passioni, ad esempio la danza. Entrambe sono state segnalate per il premio Barbieri.
Laura ha 22 anni, è al terzo anno di Lingue e Relazioni Internazionali a Brescia e a febbraio -marzo sarebbe dovuta andare a studiare in Cina. La pandemia ha interrotto i suoi programmi e l’ha dirottata verso l’aiuto ai più deboli. Conosce già bene lo spirito di servizio: “Sono stata animatrice al Grest di Cristo Re, la mia parrocchia, e dal 2018 sono entrata nell’associazione Drum Bun, che svolge animazione per ragazzi soprattutto all’estero, in Romania ma anche Albania, e in Calabria, oltre che a Cremona. E’ stato tramite Drum Bun che ci è stato chiesto chi avesse tempo a disposizione e chi se le sentisse di rendersi disponibile ad attivarsi durante i mesi del lockdown quando non si poteva uscire di casa.
“Ho iniziato subito: ci sono state affidate due famiglie a cui una volta alla settimana dovevamo fare la spesa e recapitarla a casa. Loro telefonavano, davano la lista delle cose da prendere e io sempre in coppia con un’altra persona, gliele portavo”.
“Poi, insieme al don (Pierluigi Fontana, vicario di Cristo Re) e a Ivana, abbiamo aiutato nella distribuzione a domicilio dei pacchi della san Vincenzo, visto che le persone non potevano uscire di casa”. Non erano attività completamente nuove per me, le avevo già sperimentate per Rigenera”, altra realtà - come Drum Bun - che fa capo alla cooperativa Nazareth.
Una serie di esperienze che hanno messo in contatto Laura con famiglie fragili dal punto di vista sociale o economico: “Ho familiarizzato soprattutto con quelle segnalate dal Comune, con le quali c’erano più contatti. Mi sono sempre sentita gratificata da loro, sono sempre stati disponibili e gentili. Con la consegna pacchi della san Vincenzo è stato un po’ diverso, è sempre andato tutto bene, ma trattandosi spesso di anziani, mi sono resa conto della grande difficoltà con cui vivevano quella situazione. Una signora in particolare, voleva che salissi in casa da lei per scambiare qualche chiacchiera, me lo ha chiesto diverse volte, ma purtroppo non era possibile. E anche comprendersi attraverso le mascherine è stato faticoso per loro”.
“In quei mesi in cui in pratica tutte le relazioni di amicizia si erano interrotte, è stato bello potersi relazionare con qualcuno che non fossero solo i genitori e mio fratello. Sento di essere stata fortunata perchè ho avuto la possibilità di uscire e comunicare con persone diverse. La mia preferenza però resta quella di lavorare con bambini e adolescenti, mi sento più portata”.
L’impegno richiesto a Laura è stato di circa tre ore alla settimana per le due famiglie assistite dal Comune e altrettante per quelle della san Vincenzo: “All’inizio mi ci sono buttata con facilità perchè ero abituata a fare tante cose e d’improvviso tutto si era interrotto. Poi, quando a maggio sono iniziati gli esami, devo ammettere che mi è risultato un po’ più difficile”.
Sempre attraverso la Focr, Filippo Dossena e Stefano Carlino sono stati dirottati all’Auser Volontariato, che in collaborazione con l’Azienda Sociale Cremonese ha gestito il centralino telefonico per le richieste di assistenza. Stefano è un veterano del volontariato, anche internazionale, lo ha cominciato fin da quando era alle superiori. Ora studia Ingegneria, ma di fatto non ha mai interrotto l’impegno sociale. Insieme a Filippo sta continuando a collaborare con Auser nel Centro Estivo per ragazzi a Stagno Lombardo. Filippo studia Scienze dell’Educazione e dei Processi Formativi e anche lui da fine febbraio si è trovato inaspettatamente con tanto tempo libero.
“Grazie al contatto con il don della mia parrocchia mi sono iscritto ad Auser - ci racconta -, associazione che durante l’emergenza si è attivata ed ha rivoluzionato i suoi servizi, soprattutto fare e portare la spesa alimentare e i farmaci alle persone costrette a rimanere a casa o perché troppo esposte al virus o perché in quarantena e quindi impossibilitate ad uscire. Si è cercato principalmente di fare servizio per quelle persone che non avevano nessun altro a cui rivolgersi ovvero anziani senza figli o con figli che vivevano fuori dal comune di Cremona.
“All’inizio il mio ruolo è stato quello di centralinista e mi impegnava dalle 9 alle 12,30, tre ore e mezza dove entrambi i telefoni del nostro ufficio continuavano a squillare senza un secondo di pausa. Le persone ci ordinavano la loro spesa che trascrivevamo su dei fogli appositi, chiedevamo le condizioni di salute e poi passavamo le liste al gruppo che si occupava di effettuare la spesa al supermercato.
“Dopo la prima settimana si iniziavano a conoscere gli utenti e questo ha creato un bel clima quasi famigliare: la maggior pate delle persone che chiamavano avevano anche bisogno di un po’ di compagnia, me ne sono accorto ancora di più quando sono passato al servizio di consegna, tutti i giorni dal lunedì al venerdì: ci si fermava cinque minuti in più del necessario per fare due chiacchiere e portare un po’ di compagnia.
“Mi sono trovato circondato da persone con grande spirito di sacrificio, oltre ai numerosi ragazzi reclutati per l’emergenza come me c’erano anche i “veterani” di sessanta e sessantacinque anni che impavidi hanno risposto positivamente alla nuova richiesta nonostante fossero nella fascia di età più esposta.
"Siamo riusciti a creare un bel gruppo e questo ci ha permesso di faticare e sorreggerci gli uni con gli altri senza accusare troppo lo sforzo”. “Non ho fatto incontri particolari con delle persone - racconta ancora Filippo - ma era piacevole sentire che ogni due o tre giorni chiamavano le stesse persone e quando riconoscevano la tua voce si sentivano tranquillizzate ed alla fine di ogni telefonata ti ringraziavano tantissimo definendoci più volte degli angeli”. La formazione scout lo ha aiutato a mettersi a disposizione: “Il tempo passato in questa esperienza non mi è per niente pesato ed anzi è stata occasione per riflettere soprattutto sulle fragilità delle persone anziane e fare nuove conoscenze". E una volta terminata la piena emergenza Ha continuato a collaborare con Auser nell'assistenza agli ingressi della casa di cura Ancelle.
“Sinceramente non mi sento speciale o migliore per quello che ho fatto, la mia educazione e la mia famiglia mi hanno insegnato che quando c’è bisogno di aiutare bisogna farlo senza nessuna ricompensa, infatti il volontariato e sempre stato parte della mia vita sia come scout sia come allenatore e giocatore di calcio e mi è sembrata la cosa più normale farlo anche in questo periodo con una nuova associazione che prima non conoscevo”.
Anche Carlo Chiavuzzo, 20 anni, studente universitario, è stato impegnato nel servizio di spesa a domicilio e ha raccontato le ragioni della sua scelta sul blog diocesano ‘Restart’. “Mi sono sentito in dovere di dare una mano alla mia città”, dice Carlo in una videointervista. “Non sono un medico, non potevo essere in prima linea come dottore, ma sentivo che dovevo mettermi in gioco. E poi a spingere c’è stato anche l’aspetto del divertimento: il volontariato mi dava la possibilità di uscire, stare con amici e persone che conoscevo e non ero costretto a stare dentro le mura di casa”.
L’immagine del volontario Auser che consegna il sacchetto della spesa in un cestino tirato su con una cordicella al piano superiore di un’abitazione, è quella che per Carlo simboleggia meglio di tutte lo spirito di questo servizio: cercare, anche con metodi fantasiosi, di rendersi utili al prossimo. Un’esperienza utile agli altri, ma anche a noi stessi: “Fin da subito - dice ancora Carlo - questa cosa è stata per me motivo d’orgoglio, mi sono sentito importante in una situazione difficile. Ho ricevuto complimenti e gratitudine, sentire che sei importante per una persona, ti rende molto felice e soddisfatto. E’ un ricordo che terrò dentro di me tutta la vita. E’ la dimostrazione che tutti possiamo renderci utili per la comunità, anche per chi non conosciamo”.