ALLE ORIGINI DELLA CARITA': nuove scoperte su S.Omobono
Nel Palazzo della Carità, la sede di Fondazione Città di Cremona, si è parlato della carità del santo laico per eccellenza, Omobono Tucenghi, mercoledì 5 giugno grazie al professore di storia medievale André Vauchez già docente presso l'Università di Rouen (1980–1982) e l'Università di Parigi X Nanterre. "Fu un santo laico, il primo, e neanche nobile. Quello che mi ha colpito è la presenza ininterrotta a Cremona del suo culto, un culto che si è poi sviluppato in tutta la Lombardia alla fine del Medioevo e poi in Germania e Francia". Con queste parole Vouchez, 81 anni ottimamente portati ed autore di numerosi saggi sui santi medievali, ha presentato in Fondazione il volume da lui curato sulla storia di S.Omobono, “Saint Homebon de Crémone, père des pauvres et patron des tailleurs. Vies médiévales et histoire du culte”, iniziativa della Società Storica Cremonese in collaborazione con l'Università Cattolica del Sacro Cuore. Introdotto da Emilio Giazzi e davanti ad un folto pubblico, lo studioso francese ha spiegato i motivi del suo interesse per il Santo, un interesse sorto quasi 50 anni fa, quando si trovava a Cremona per studi su S.Facio. Frequentando l'archivio di stato si imbattè in Omobono Tucenghi e questi suoi studi sono durati fino ad oggi. Nel volume figura anche l'edizione critica e le traduzioni di tutti i testi agiografici e documenti inediti sul culto e l'iconografia del Santo.
"Attorno al '500 - ha spiegato Vauchez - quello per S.Omobono fu un culto molto diffuso tra le corporazioni, i mestieri, i fabbricanti e commercianti di tessuti. La sua attualità persiste, visto che su Internet ho scoperto che alcuni uomini di affari, 'traders', hanno creato una confraternita sotto il suo patrocini
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